Augustine Ahinful

Augustine Ahinful

 

Augustine Ahinful nasce a Takoradi, in Ghana, il 30 novembre 1974. Balza all’attenzione delle cronache, quando, appena diciottenne, vince con 12 reti la classifica marcatori del campionato ghanese, nonostante i suoi Goldfields non riescano a portare a casa il titolo.

L’incredibile exploit gli garantisce un posto tra i convocati per il Mondiale Under 20 del 1993 in Australia, dove veste i panni del centravanti titolare dei “Black Starlets”, sconfitti solo in finale dal Brasile. Ahinful oltre al successo di squadra si piazza al secondo posto anche nella classifica cannonieri del torneo, totalizzando 3 gol in sei partite, destando ottime impressioni.

Il brillante campionato disputato con l’appendice dell’esperienza nel Mondiale giovanile mette in allarme diversi club europei, interessati alla giovane punta tutta scatti e velocità. Si trasferisce così al Borussia Dortmund in Germania, dove però si ritrova a giochicchiare nel gruppetto dei ragazzini che fanno da rincalzo alla prima squadra. I tedeschi lo girano in prestito al Grasshoppers, ma anche qui trova poco spazio. Passa così al Kriens, club svizzero di seconda divisione, dov’è spedito, ancora una volta in prestito per accumulare un po’ di esperienza. I 24 gol messi a segno con la maglia del Kriens in due stagioni convincono i dirigenti del Chievo, che ne monitoravano i progressi, a portarlo a Verona per un periodo di prova di quasi tre mesi. Al momento di concretizzare il tesseramento però non riescono a trovare l’accordo con il Borussia. Ahinful si ritrova così di nuovo in Svizzera, ancora una volta al Grasshopper. Con le cavallette resta due anni, durante i quali mette a referto la miseria di 2 sole reti. Un magro bottino che gli “suggerisce” di cambiare aria.

Si trasferisce insieme all’amico Nii Lamptey in Portogallo, all’União Leiria, dove tutto sommato non sfigura. Giocando da seconda punta in 15 incontri realizza 6 reti, inanellando una serie di ottime prestazioni. Stavolta sembra davvero che il giovane Ahinful abbia imboccato la giusta strada, e all’orizzonte ecco che compare un sogno chiamato Serie A.

In Italia lo porta Maurizio Zamparini, che nutre per lui un’autentica passione e che proprio per questo motivo ne richiede personalmente l’acquisto per tentare di risolvere il cronico problema del gol del suo Venezia. Il vulcanico presidente arancioneroverde se lo assicura nel mercato di riparazione del 1999, insieme al centrocampista tedesco Gerhard Poschner, proveniente dallo Stoccarda, ma con un passato anche al Borussia Dortmund (dove aveva incrociato gli scarpini proprio con Ahinful). Due “rinforzi” da regalare a Novellino (il quale, visto come sono andate a finire le cose, ne avrebbe fatto volentieri a meno), dopo che gli innesti estivi di Tácio, Marcone, Tuta e Zeigbo si erano rivelati un fiasco clamoroso.

Il navigato centrocampista teutonico spende parole di elogio per il giovane attaccante ghanese: «Mi ha impressionato quando l’ho affrontato da avversario in amichevole quando lui era al Grasshopper». Beh, se lo dice Poschner…!

Sbarcato all’aeroporto Marco Polo di Venezia il ventiquattrenne ghanese si lascia andare subito alle dichiarazioni per la stampa: «Conosco molto bene il vostro campionato, sono convinto di ben figurare, ho battuto l’Italia alle Olimpiadi di Atlanta 3-2». Effettivamente i difensori italiani avevano già avuto modo di conoscere le sue doti tecniche quando gli azzurrini di Cesare Maldini erano stati sconfitti 3-2 ai Giochi Olimpici del ’96 proprio dal Ghana. In un match che aveva visto Ahinful iscrivere a referto anche il suo nome, quando al 63° aveva realizzato il rigore del momentaneo 2-2.

Col Venezia firma un contratto di 3 anni e mezzo, a dimostrazione dell’assoluta fiducia della società lagunare nelle sue doti. Segno evidente che la “cotta” di Zamparini è di quelle piuttosto serie!

Desideroso di ben figurare Ahinful dichiara: «Sono abituato a pensare in positivo, quindi ho accettato con entusiasmo questa sfida. Il mio proposito è di dare una mano al Venezia per salvarsi e so perfettamente che per raggiungere questo obiettivo saranno necessari anche i miei gol». E alla prima sgambata sul campo per testarne le doti i gol arrivano eccome. Il ghanese, infatti, si presenta con una doppietta che promette bene, pur se gli avversari del Venezia sono i modesti dilettanti del Treporti, battuti 4-0. Novellino però ci va cauto: «Adesso speriamo che i gol Ahinful li faccia anche in campionato». Del resto anche Ahinful è consapevole della pochezza della sua “impresa”, infatti senza falsa modestia all’uscita dal terreno di gioco dichiara: «So perfettamente che mi aspettano test ben più impegnativi della partita giocata oggi».

La buona tecnica e i sui guizzi offensivi non bastano, però, a garantirgli il posto, così dopo il disastroso esordio da titolare contro l’Inter a San Siro, dove i lagunari ne prendono sei, l’attaccante scende in campo solamente altre due volte, e sempre per giocare scampoli di partita.

Zamparini, infatti, accortosi che non poteva essere certo Ahinful il salvatore della patria, riesce ad ottenere il prestito di un altro giovane promettente, lui sì un vero fuoriclasse: il “Chino” Recoba, che con i suoi gol e le sue giocate trascina, insieme a Maniero, la banda di Novellino verso un’insperata salvezza.

Terminata la stagione da panchinaro Ahinful ritorna in Portogallo, il Boavista, infatti, ne richiede il prestito per sostituire Kwame Ayew, il fratellino di Abedì Pelè, visto a Lecce con pessimi risultati, ma ricostruitosi una reputazione in Portogallo, e proprio per questo precettato dallo Sporting Lisbona. Con i lusitani gioca pure la Champions League, ma non convince affatto, mettendo piede in campionato solo 10 volte, col misero bottino di una sola rete realizzata. La pessima annata portoghese è inframmezzata dalla convocazione alla Coppa d’Africa che il Ghana organizza insieme alla Nigeria, ma nel torneo Ahinful non lascia alcuna traccia di sé. Viene così rispedito al mittente. Il Venezia, però, non sa che farsene, nemmeno in B è gradito, e a gennaio 2001 la società e il giocatore si accordano per la rescissione consensuale del contratto. Sembra l’inizio della fine. La fugace apparizione nel campionato italiano piuttosto che valorizzarne le doti (operazione a dir poco miracolosa) lo brucia completamente. Ahinful, così, decide di ripartire dal campionato turco, dove per rifarsi una “verginità calcistica” si presenta solo come “Augustine”. Lo tessera l’Ankaragücü, club che aveva avuto tra le sue fila il suo amico Lamptey, dietro suggerimento del capitano, il ghanese Ohene Kennedy, che aveva fortemente perorato la causa del suo arrivo presso la dirigenza.

La sua più che una scelta, pare tanto essere una mancanza di alternative, ma proprio in Turchia, invece, trova la sua consacrazione. Con i gialloblù, infatti, sfiora addirittura la vittoria nella classifica cannonieri della Süper Lig, mettendo in mostra un repertorio di tutto rispetto e realizzando nella stagione 2001-02 la bellezza di 19 gol in 32 partite. Titolo sfumato a favore del duo Mansiz-Erdem, per via di un infortunio nelle ultime giornate.

Alla fine di due stagioni e mezzo saranno 42 le reti messa a segno, in 80 match di campionato. Numeri niente male, ai quale si interessa il Trabzonspor, che dopo un lungo tira e molla lo acquista formulando la classica offerta irrinunciabile, per farne la spalla di Fatih Tekke. Sul Bosforo, tuttavia, non mantiene la fama di grande bomber che aveva faticosamente conquistato ad Ankara. Svanito il tocco magico se ne ritorna all’Ankaragücü, per la gioia dei supporter gialloblù, dove chiude la sua carriera.

Nonostante Zamparini avesse preso letteralmente una sbandata per l’attaccante ghanese, la sua avventura nel Venezia è durata veramente pochissimo. Ahinful, infatti, non ebbe molta fortuna, sia per motivi tattici che per problemi muscolari, tornandosene in Portogallo con l’intento di rilanciarsi a buoni livelli, ma trovando la sua dimensione solo in Turchia, dove, effettivamente, ha lasciato un ottimo ricordo di sé, insieme ad un cospicuo numero di reti.

E pensare che il buon Augustine non era stato il primo ghanese alla corte di Zamparini. Anni prima, infatti, Nii Lamptey era passato per Venezia. Anch’egli come Ahinful, però, senza lasciare alcuna traccia. La generazione del ’74 dei “Black Starlets”, quella sulla quale gravavano i sospetti dei certificati di nascita taroccati, aveva miseramente fallito. Stavolta, però, il presidente lagunare non poteva che prendersela con se stesso. Del resto sbagliare è umano, ma, come insegna il vecchio adagio, perseverare è diabolico.

 

Anno

Squadra

P.

G.

1992-93

Ashanti Gold Sporting Club

 

 

1993-94

Borussia Dortmund

 

 

Gen. 94

Grasshopper

 

 

1994-95

SC Kriens

31

11

1995-96

SC Kriens

31

13

1996-97

Grasshopper

10

0

1997-98

Grasshopper

27

2

1998-99

União Leiria

15

6

Dic. 98

Venezia

3

0

1999-00

Boavista

10

1

2000-01

Venezia

0

0

Gen. 01

Ankaragücü

15

7

2001-02

Ankaragücü

32

19

2002-03

Ankaragücü

33

16

2003-04

Trabzonspor

22

1

2004-05

Trabzonspor

5

0

Feb. 05

Ankaragücü

14

2

2005-06

Ankaragücü

0

0

2006-07

Ankaragücü

 

 

2007-08

Ankaragücü

9

0

 

http://www.calcionews24.com/augustine-ahinful-una-sbandata-firmata-venezia.html

 

 

 

 

 

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